mercoledì 23 settembre 2009

Tangenziale nord. Direzione sud.

Il pomeriggio è quasi sera, visto dal parabrezza. Il cielo è stinto, sbiadito, sembra che il colore sia scivolato lungo il profilo delle montagne. Siamo fermi, in coda, siamo vicini, ci guardiamo dai finestrini. Siamo tanti piccoli mondi chiusi, a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Alla mia sinistra un fuoristrada nero, alto e lungo, procede a passo d’uomo. Penso che avrà la stessa metratura di casa mia, balconi compresi. L’ometto che lo guida ha gli occhiali da sole e fuma, parla al cellulare e muove la testa a tempo con una canzone che siamo costretti ad ascoltare tutti. Ovviamente è una canzone di merda.
Come faccia a parlare al telefono con quel casino è un mistero.
L’ometto si gira e mi guarda. Un secondo, due, tre…troppi.
Cazzo vuoi? Cazzo guardi?
Il mio retaggio da strada emerge con prepotenza. Non ne vado fiero, ma è così.
E lui cosa fa? Come reagisce il “padrone del mondo”.
Si gira dall’altra parte, amici, si gira dall’altra parte!

Nessun commento:

Posta un commento